Il riso italiano: un’eccellenza e non una commodity - Ente Nazionale Risi

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Il riso italiano: un’eccellenza e non una commodity

 

Promuovere il consumo di riso italiano è da sempre una degli obiettivi principali di Ente Nazionale Risi e il convegno “Il riso italiano: un’eccellenza e non una commodity” tenutosi  presso il Centro Ricerche sul Riso di Castello d’Agogna (PV) ha avuto proprio questo obiettivo.

 

Ha messo, infatti, in evidenza la qualità del riso Italiano e le caratteristiche peculiari che  determinano l’eccellenza e l'unicità del nostro riso nel panorama europeo e internazionale.

 

Il professor Attilio Giacosa, gastroenterologo di fama e direttore del Dipartimento di Gastroenterologia dell’Istituto Tumori di Genova,  ha parlato dei problemi che molte persone incontrano in relazione al consumo di glutine, non solo in riferimento alla celiachia (nel nostro Paese si stimano circa 600.000 casi), ma anche a una serie di altre patologie e disturbi che riguardano una quota rilevante della popolazione, pari complessivamente a circa 12 milioni di persone su scala nazionale, suggerendo come il riso possa rappresentare per sua natura un alimento ideale per questi soggetti senza dover ricorrere a pasta senza glutine o altri alimenti dedicati.

 

Mariangela Rondanelli, professore ordinario di Scienze e Tecniche Dietetiche Applicate presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Pavia, presente al convegno in videoconferenza, ha posto l’attenzione sul tema dei disordini metabolici e dell’indice glicemico degli alimenti e del riso in particolare, facendo il punto della situazione sulle più recenti pubblicazioni scientifiche disponibili sull’argomento e riassumendo i risultati dello studio sull’Indice Glicemico di alcune varietà di riso italiane condotto dal suo gruppo di ricerca in collaborazione con l’Ente Nazionale Risi.

 

Domenicantonio Galatà, biologo nutrizionista presidente dell’Associazione Italiana Nutrizionisti in Cucina, docente universitario e ideatore della “cucina laboratorio” che utilizza la cucina come strumento e metodo scientifico per migliorare l’alimentazione di atleti professionisti, ha invece parlato dei benefici del consumo di riso anche in riferimento a chi pratica sport agonistici, non solo per le sue caratteristiche intrinseche ma anche come veicolo e protezione dei nutrienti, sottolineando però come dal punto di vista nutrizionale alcuni tipi di cottura, che ai consumatori possono apparire “meno gustosi”, siano decisamente preferibili rispetto ad altri.

 

L’ultimo intervento è stato quello di Filip Haxhari, dirigente di Ricerca del Dipartimento di Produzione Seme e Miglioramento Genetico ENR, volto a celebrare il 2025 come anno del riso italiano, sia in riferimento al centenario dall’adozione della tecnica dell’incrocio artificiale nel nostro paese che all’ottantesimo dalla nascita della varietà di riso italiana più nota e apprezzata in tutto il mondo, il Carnaroli, selezionato dall’appassionato risicoltore e breeder di Paullo (MI) Ettore De Vecchi nell’ormai lontano 1945 e ceduto dalla famiglia all’Ente Nazionale Risi nel 1983. Il Carnaroli è tra le poche varietà di riso sopravvissute all’abbandono della tecnica del trapianto manuale e resta tuttora la seconda varietà più coltivata tra quelle che compongono l’omonimo gruppo merceologico (oltre 15) a testimonianza di come, nonostante i molteplici tentativi di imitazione e le problematiche agronomiche che affliggono questa varietà, essa continui a essere largamente apprezzata dai consumatori più esigenti.

 

Il convegno si è chiuso con le conclusioni e i saluti della presidente dell’Ente nazionale Risi Natalia Bobba, ai quali è seguita la proiezione del filmato emozionale relativo alla realizzazione del risegno con il quale ENR ha voluto celebrare l’ottantesimo anniversario dalla nascita della varietà Carnaroli.

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